La recensione dei primi due episodi della serie tv Christian, disponibile su Sky Atlantic dal prossimo 28 Gennaio
Da tempo Sky Italia ha abituato il suo pubblico a serie tv di grande qualità, e sembrerebbe che nemmeno la sua ultima arrivata, ‘Christian’, non sia da meno. La nuova serie dalle tinte pulp, con elementi supernatuali e crime, arriverà il prossimo 28 gennaio e promette di intrattenere anche gli spettatori più esigenti. La nostra recensione dei primi due episodi.
Christian – Recensione dei primi due episodi
‘Christian’ racconta le vicende di Christian, appunto, un romanaccio sulla quarantina alla mercé del boss della Città-Palazzo nella periferia di Roma. Il suo ruolo è quello di picchiare tutti quelli con cui Lino, il suo capo, ha dei problemi. Christian va la, li mena e se na va. Insieme a lui c’è anche il suo migliore amico e figlio di Lino, Davide, un ragazzo molto più giovane di Christian ma dalla vena più ambiziosa. Tutto comincia a cambiare quando sulle mani di Christian cominciano ad apparire delle strani stigmate che hanno anche il potere sovrannaturale di curare e riportare in vita le persone. Ed è qui che entra in gioco Matteo, uno strano individuo la cui provenienza diventa ancora di più un mistero. Ma cosa c’è dietro a questi strani eventi?
Christian – Recensione: I misteri della serie tv
All’apparenza il protagonista della serie tv potrebbe sembrare il classico scagnozzo senza paura e senza alcun tipo di sentimento, pronto ad assecondare le richieste di Lino senza battere ciglio. Un uomo cattivo e senza scrupoli insomma. Invece è tutto il contrario. Christian, infatti, ha una coscienza interna che gli parla e lo fa agire in modo diverso rispetto al classico picchiatore delle serie tv. Lui si preoccupa di rompere la mano meno usata, si prende cura della madre malata, chiede scusa anche quando non dovrebbe e salva un tizio che stava per morire dopo averlo menato. La persona, Christian, si distacca dal suo personaggio già nei primi minuti mostrando un ragazzo “per bene”, una sorta di alienazione tra chi è davvero e chi invece deve essere. Sarà proprio il suo animo gentile la chiave del mistero?
Ma di che tipo di mistero si parla in ‘Christian’? Nei primi due episodi non si può non notare la forte presenza della religione cattolica e dei suoi simboli. Non è solo la visione del crocifisso o il prete che fa visita a una giovane, si presume, Italia ma l’inserimento di simbologie antiche come l’agnello, animale sacrificale citato nella Bibbia; lo stesso sangue proposto in varie forme, come liquido umano o come liquido “impostore” fatto uscire da un crocifisso per richiamare l’attenzione dei fedeli solo per estorcere denaro. Però la presenza delle stigmate sulle mani di Christian sono assolutamente un vero e proprio enigma: sarà lui una sorta di agnello da sacrificare? O è un santo in mezzo ad una folla di criminali? In realtà questo fenomeno non se lo spiega neanche il protagonista che sembra non aver intuito cosa sta accadendo, neanche davanti a un fenomeno inspiegabile di resurrezione.
Il secondo mistero più grande presentato nei primi episodi è la figura di Matteo, spuntato fuori come un fantasma, conoscendo tutto e tutti. Appare nella periferia romana come se fiutasse l’odore dell’evento mistico, presentandosi come una sorta di Sherlock Holmes della Sacra Romana Chiesa. Cinico, poco ortodosso e senza alcuno scrupolo, Matteo con le sue cicatrici sul viso e nell’anima rende ancora più interessante e avvincente la scoperta di ‘Christian’.
I personaggi
A tenere alta la visione della serie ‘Christian’ sono proprio i suoi personaggi, ben scritti e ben caratterizzati all’interno degli episodi. Non ci sono fotocopie ma ogni figura è ben focalizzata sulla storia, trasmettendo un senso di sicurezza alla sceneggiatura. Sono proprio i personaggi a dare vita alla serie, seguendo dei dialoghi e una storyline ben scritta e che si affaccia al mondo dei supereroi americani.
In realtà, parlando di mistero che è ciò su cui si basa l’intera serie, salta all’occhio che la parte più interessante della vita dei protagonisti non è il loro futuro immediato, ovvero cosa accadrà nei minuti successivi, ma da dove arrivano e cosa è successo in passato. A dare manforte a questa curiosità sono i misteriosi flashback in cui vengono mostrati alcuni dei personaggi intorno ali anni ’80.
Perché vedere Christian?
‘Christian’ ha il potenziale per essere una serie dall’alto tasso di intrattenimento. La storia, ricca di mistero ma povera di vera e propria suspence, viene potenziata grazie al suo cast a partire dal protagonista Edoardo Pesce, la cui interpretazione rende molto credibile il suo Christian. Anche l’aria misteriosa e intrigante regalata da Claudio Santamaria aggiunge sicurezza alla serie tv. Durante gli episodi ci sono anche momenti di humor in cui il protagonista per le sue malefatte strappa una risata e smorza il tono cupo e misterioso della storia. Tantissimi elementi quindi che interessano un pubblico davvero vasto: dagli amanti del genere crime alla commedia all’italiana, passando con un in pizzico di azzardo per i cinecomics.
Ottima la scelta delle musiche che accompagnano le scene e si adeguano al loro contorno, enfatizzando ciò che sta accadendo. Ottima la regia, azzardata la scelta della fotografia e delle ambientazioni molto simili alle vele simbolo di ‘Gomorra’, ma con lo scorrere dei minuti l’accostamento alla serie con Marco D’Amore e Salvatore Esposito viene sempre meno nell’immaginario dello spettatore.
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