grey's anatomy

Krista Vernoff, produttrice esecutiva di Grey’s Anatomy e Station 19, parla dei metodi utilizzati per portare avanti le ultime stagioni andate in onda dei due show

Durante le terza stagione di Station 19 e la 16esima stagione di Grey’s Anatomy, Krista Vernoff ha utilizzato metodi diversi per giungere ai finali di stagione. “Su Grey’s, ho fatto il contrario di quello che abbiamo fatto su Station 19. Ci sono state così tante tragiche morti per così tanti anni su Grey’s Anatomy che mi sono sentita come se la cosa più sorprendente che potessi fare, ripetutamente, era non uccidere qualcuno“, ha dichiarato la produttrice esecutiva in una delle ultime interviste rilasciate.

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Nessuna morte per sorprendere i fan!

Come showrunner, Krista Vernoff ha lavorato per Grey’s Anatomy dal 2007 al 2011, poi è tornata a bordo nel 2017 prendendo successivamente il controllo di Station 19 per la terza stagione. Sebbene lo spin-off del medical drama abbia ucciso più personaggi durante la stagione, in Grey’s le cose sono andate diversamente. “Di volta in volta, non importa quante volte l’ho fatto, tutti, ogni volta, quando una persona è in pericolo, in un modo o nell’altro, si aspettano che la uccida” ha proseguito la Vernoff chiacchierando con USWeekly.

In [Grey’Anatomy] tutti erano così abituati alle morti scioccanti da cercare sempre la morte scioccante! Quindi mi è sembrato che la cosa più sorprendente fosse portare la gioia e aumentare l’umorismo e la giocosità che erano un po’ svaniti dallo spettacolo sulla scia della morte di Derek. E così che mi sembra che Grey’s sia cambiato un po’ da quando sono tornata – molti personaggi che potrebbero essere morti ormai sono ancora vivi!

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La morte di Derek Shepherd è stata solo una delle morti che i fan difficilmente riusciranno a dimenticare. Nel corso dell’intervista, intanto, Krista Vernoff ha parlato anche del possibile futuro di Andrew DeLuca. Nonostante non sia ancora tornata al tavolo degli scrittori, la produttrice ha già in mente qualche idea. “Penso che le persone con diagnosi di salute mentale partecipino continuamente come membri produttivi della società“, ha dichiarato. “Non credo che una diagnosi di salute mentale impedisca a una persona di diventare un chirurgo fintanto che è disposta a curarla. E questo è il grande punto interrogativo “. Le difficoltà di Andrew saranno quindi legate alla cura che dovrà affrontare?

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