Chicago Med torna con una premiere che, comunque vadano le cose in questa stagione, sarà impossibile dimenticare
Il primo episodio della sesta stagione di Chicago Med è dedicato alle persone che non ci sono più, ai medici, agli infermieri, ai volontari. A tutti coloro che sono in prima linea in questo momento. Che combattono una guerra contro un nemico invisibile. Ma la verità è che, i minuti che scorrono, sono dedicati a tutti noi. A ogni singolo essere vivente che si trova su questa terra finita “sottosopra”. E’ dura da guardare. E lo è perché ogni singolo istante, descrive la realtà che stiamo vivendo. Non un futuro ipotetico, o la possibilità che qualcosa accada nella nostra vita. Questa volta è il nostro presente che vediamo attraverso uno schermo.
Sono April ed Ethan quelli che vediamo in prima linea in questo episodio di Chicago Med. April è lì da tre settimane ormai. Il reparto Covid è il suo luogo in cui può, e vuole rimanere. Per aiutare le persone che ne hanno bisogno, per cercare di salvare più vite possibile. Per aiutare i familiari di chi è stato colpito dal coronavirus, a dire addio. A lasciar andare attraverso un schermo, l’unico mezzo che abbiamo per restare accanto a chi amiamo.
Ethan è preoccupato. Se ne avesse il potere, allontanerebbe April da quel reparto per tenerla al sicuro. Una sensazione familiare, perché anche noi saremmo disposti a tutto pur di proteggere le persone che amiamo. Ma April non può andare via. Ha fatto un giuramento. O forse è più di questo. E’ quel dolore, la paura che vede negli occhi di ogni persona ricoverata in reparto, e negli occhi di chi aspetta fuori dall’ospedale una notizia che cambierà la sua vita per sempre. Anche qui, è difficile fermare le lacrime.
E quel momento che abbiamo sentito più e più volte nella nostra realtà, arriva anche in questo primo episodio della sesta stagione di Chicago Med. I mezzi che ha l’ospedale non bastavano per provare a salvare tutti i pazienti. Bisogna fare una scelta: lasciare andare chi ha poche speranze, e cercare di salvare chi invece potrebbe ancora farcela. Una scelta impossibile, che porta con sé dolore e rabbia. Una scelta che deve essere fatta, ma che non dovrebbe mai arrivare. April resterà lì, accanto a quell’uomo che sta per andare via, la cui vita sta per spegnersi. Dall’altra parte dello schermo, sua moglie. Si sono amati per 40 anni. E lei non sarà al suo capezzale per dirgli addio. Il dolore più grande colpisce in una sola immagine.
Nonostante abbia amato questo episodio dal primo all’ultimo istante, c’è qualcosa che avrei eliminato in modo abbastanza radicale, ed è la presenza di Natalie. Almeno Crockett, seppur continui a non dirmi nulla, è pur sempre un piacere per gli occhi. Soprattutto in questa stagione. Sarà il nuovo taglio di capelli. La dottoressa Manning si occupa di una bambina con la leucemia. Nel caso il Covid non bastasse. E mentre cerca di aiutare un padre che non sa quale sia la scelta giusta, contraddice Crockett perché lei è Natalie Manning. Ed è così che funziona sin dal primo giorno.
Al termine dell’episodio scopriremo che Crockett aveva ragione. La bambina aveva bisogno di quell’intervento, ma Natalie pensava a suo figlio. L’idea di averlo lasciato per evitare che potesse essere contagiato, ha riempito i suoi pensieri per l’intera giornata. Purtroppo, nonostante abbia sentito il suo dolore e la sua paura… Natalie Manning continua ad essere difficile da digerire. Sorry, not sorry.
Will e Hannah andranno avanti per le loro strade. E forse un giorno lui vorrà andare a Disneyland. “Magari un giorno“. Hannah ha un overdose nei primi secondi di questo episodio di Chicago Med. Will la porta in ospedale. Sarà Crockett a curarla. E mentre il tempo passa, il dottor Halstead riesce ad affidarsi al dottor Charles. A lasciare che le sue paure vengano fuori. Le paure di un medico che vede ogni giorno di questo maledetto anno, centinai di persone che continuano a morire. Le paure di un uomo innamorato di una tossicodipendente. Le paure di un uomo che sperava e pensava che questo incubo sarebbe finito molto prima. E invece, è tornato a colpire. A uccidere, a metterci in ginocchio.
Will sapeva cosa sarebbe accaduto. Sapeva che Hannah lo aveva sostituito con la droga, e quando lui è andato via, lei è tornata alla sua prima dipendenza. La sua storia con Hannah, influenza così il suo lavoro. Ma lui è Will Halstead, e a lui va perdonato tutto. Non fosse altro per quel “mai una gioia” che cammina accanto a lui da sei stagioni ormai. Ho amato Will, il suo modo di aprirsi, quella paura negli occhi che rispecchia la nostra di questi mesi. Il suo lasciare andare la donna che ama perché “non puoi disintossicarti per me“. Quanto è cresciuto il nostro dottore. E poi quel momento intenso in cui Daniel Charles dimostra come sempre di essere la colonna portante del Chicago Med.
E’ Daniel Charles ad aver contratto il Covid. Sua figlia ha incontrato alcuni amici, e il resto è un virus che avrebbe potuto ucciderlo. La rabbia c’è, ma è difficile affrontarla. Lo sguardo è quello di un papà, di un medico, un uomo, arrabbiato con il mondo, con questo anno che non da tregua nemmeno per un momento. Durante tutto l’arco dell’episodio mi sono chiesta se avremmo perso qualcuno, se proprio lui, la colonna portante del Chicago Med, ci sarebbe stato strappato via nello stesso modo in cui questo virus ha portato via con sé troppe vite.
Per fortuna, Daniele Charles è ancora lì. Arrabbiato, ma pronto a sorridere e a cenare con sua figlia, affrontando forse per la prima volta i suoi sentimenti. Vivendo un attimo, un momento, di serenità lasciando il covid fuori dalla porta.
Ho amato questo episodio dal primo all’ultimo secondo. Ma più di tutti, ho amato April. La sua dedizione e forza. Il suo essere presente nonostante non potesse fare più nulla. E’ stato difficile da guardare? Si. Proprio come è stato difficile gestire tutto il dolore. Ma queste parole restano il mio ringraziamento a Chicago Med per avermi regalato un episodio che, seppur difficile da guardare, mi ha permesso di cacciare fuori tutte le lacrime che avevano bisogno di uscire.
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