La nostra intervista esclusiva a Giuseppe Attanasio, interprete di Romolo Tavoni nel film Ferrari. L’incontro con Adam Driver e il lavoro col regista Michael Mann
Il 14 dicembre 2023, nelle sale italiane, è arrivato ‘Ferrari’ il nuovo biopic dedicato al magnate dell’automobilismo, Enzo Ferrari. La pellicola diretta da Michael Mann vede come protagonista l’attore Adam Driver, ma nel cast internazionale spicca anche una giovane promessa del cinema italiano (e non solo). Giuseppe Attanasio, classe 1992, in ‘Ferrari’ interpreta Romolo Tavoni, personaggio realmente esistito che aveva un forte legame con Enzo Ferrari.
Nato a Bologna, Giuseppe Attanasio si diploma alla Civica Accademia di Arte Drammatica “Nico Pepe”. Da allora la sua carriera artistica l’ha portato ad essere autore, attore e performer per il teatro, in Italia e all’estero.
Dopo aver studiato e frequentato l’acting school di Nicola Donno, attore e maestro, nel 2020 esordisce su Rai2 e su Disney+ nella serie “Nudes” di Laura Lucchetti, dove interpreta Giancarlo, subito dopo esordisce su Netflix ne “La legge di Lidia Poët“ nel ruolo di Matteo Barenghi e in “Home for Christmas“, nei panni di Luca.
Noi di Bingy News abbiamo avuto il piacere di intervistare Giuseppe Attanasio, scoprendo il suo lavoro in ‘Ferrari’, gli esordi e i desideri per il futuro.
Intervista a Giuseppe Attanasio
Bingy News: In ‘Ferrari’, nuovo film diretto da Michael Mann, interpreti Romolo Tavoni, dirigente sportivo della casa automobilistica italiana. Puoi raccontarci l’emozione di quando hai scoperto di essere stato scelto per un film internazionale?
Giuseppe Attanasio: È stato un provino dove andavo un po’ disilluso, diciamo, sapendo la quantità di persone con cui dovevo confrontarmi, altrettanto talentuose. Sotto consiglio del mio agente mi sono presentato a Michael con l’intento di divertirmi, senza aspettarmi di ottenere davvero questa parte. È stata una bella esperienza conoscerlo in quel frangente e devo dire che a fine provino è venuto da me e mi ha chiesto se sapessi leggere in inglese, una domanda strana per me. Gli ho risposto di si.
Quando l’ho riportato al mio agente lui mi dice “Non capisci? Te lo ha chiesto perchè voleva sapere se poteva inviarti il copione originale. Poi arriva la notizia ufficiale, io stavo lavorando in teatro ad una scena abbastanza drammatica. Ricordo che ero dietro le quinte, lessi il messaggio e iniziai a saltare di gioia. Urlando per tutto il teatro e interrompendo le prove…È stato totalmente inaspettato ma mi ha letteralmente sollevato da terra. Uno dei momenti più belli della mia carriera da attore.
BG: E com’è stato lavorare con il regista Michael Mann?
GA: Una sensazione unica che non avevo ancora mai provato, quella di potermi affidare ad un regista. Michael ha una personalità enorme, è carismatico e rispettoso verso i suoi colleghi e collaboratori. Si prende il set e lo gestisce con grande maestria. Fin dal primo momento ho respirato questa sua caratteristica, avere la situazione sotto controllo, avere la sua idea e saperla veicolare verso gli attori e collaboratori in maniera elegante e rispettosa, rimanendo sempre in ascolto nonostante la quantità immensa di impegni e pensieri che genera una macchina produttiva come questo film.
C’era una dimensione umana molto accesa e viva, sapeva comunicare con gli attori. Spesso veniva a parlarti nell’orecchio per farti sentire che era con te durante la scena. Mi stringeva il braccio quando mi vedeva chiuso. Ti metteva molto a tuo agio, la sensazione di fiducia che emanava era unica. Nel tempo Michael ha sempre mantenuto, nonostante la sua età, questo impegno costante ogni giorno sul set, e questa cosa è arrivata a tutti.
BN: In che modo hai costruito il tuo personaggio in ‘Ferrari’, appunto Romolo Tavoni. Hai fatto un lavoro di ricerca, hai incontrato qualche familiare?
GA: In realtà è stato un lavoro di costruzione anche durante le riprese. Mi sono documentato con i video che la rete ha reso disponibili come sue interviste, ho letto articoli e mi sono riferito al libro da cui è tratto il film dove si descrive minuziosamente il personaggio di Romolo Tavoni. Michael Mann ha lavorato anche in fiction sulla sua figura, era molto più scanzonato da come si vedrà al cinema. Romolo di solito picchiava in maniera buona i piloti e li apostrofava spesso in modenese.
Durante le riprese ho avuto modo di conoscere il Signor Pietro, ingegnere che ha lavorato davvero con Tavoni. Chiedevo spesso a lui, prima di girare la scena, come si sarebbe comportato il mio personaggio. Avevo una specie di acting coach ed è stato preziosissimo. Alla fine delle riprese mi ha consegnato anche una targhetta regalata da Enzo Ferrari a Romolo a fine carriera.
BG: Il primo incontro con il protagonista di ‘Ferrari’, l’attore Adam Driver?
GA: Fu alle prove, Michael Mann arrivò in ritardo, cosa che non faceva mai. Ma quando c’erano le prove con gli attori guarda caso si presentava sempre in ritardo lasciando gli interpreti da soli. È stato cosi anche per me e Adam, siamo stati 45 minuti ad aspettare e ho avuto modo di conoscerlo, per sciogliere il ghiaccio fra di noi.
Adam è un ragazzo splendido, simpaticissimo, mi ha messo subito a mio agio per via della lingua, sul set si parlava uno slang americano scioltissimo. Adam fin dalle prime volte ha avuto la premura di parlare lentamente con tutti per farsi capire. E ricordo che abbiamo parlato di Bologna e del fatto che si mangiassero cose davvero buonissime e mi ha chiesto del perchè ci fossero le Torri, gli ho detto che una volta Bologna era come New York. C’è stata una lunga chiacchierata anche approfondita sulle nostre vite. Ci siamo conosciuti in quei 45 minuti in un modo che non mi aspettavo. Da lì si è creato il rapporto tra i due personaggi: Enzo Ferrari e Romolo Tavoni.