Ecco la nostra recensione del quarto episodio di The Handmaid’s Tale 4 dal titolo “Milk” (Latte)
Dopo il rilascio, della settimana scorsa dei primi tre episodi di The Handmaid’s Tale 4 (qui la nostra recensione) sulla piattaforma streaming Hulu, e in Italia su TimVision, questa settimana è arrivato il quarto episodio dal titolo “Milk” (Latte). Ecco la nostra recensione.
La Forza di Janine
Finalmente dopo la bellezza di quattro stagioni ci viene mostrato uno scorcio del passato di Janine. Una mamma single che cerca di mantenere il suo piccolo Caleb mentre si trova di fronte ad una scelta importante: affrontare una gravidanza indesiderata.
Il flashback illustra la vita prima di Gilead, con fertilità che diminuiva a vista d’occhio e le cliniche “pro-vita” che ingannano le donne, manipolandole a tal punto di convincerle a restare incinte anche se le gravidanze sono del tutto indesiderate. Per quanto il tutto possa sembrare un precursore nel mondo di Gilead e del tutto assurdo, rivela una parte reale del mondo d’oggi. Infatti esistono in tutto il mondo questo tipo di cliniche e non solo, purtroppo esistono uomini politici e sottolineiamo il fatto che sono uomini, che vogliono togliere alle donne i loro diritti riproduttivi.
Dopo tante battaglie stiamo pericolosamente tornando al medioevo (“sembra il medioevo più smart e più fashion”)
Ma torniamo a Janine.
In “Milk” June e Janine sono le uniche ancelle sopravvissute dopo la schioccante scena del treno nel finale del terzo episodio di The Handmaid’s Tale 4. June continua a rassicurare Janine di come cerchèrà di tenerla sempre al sicuro e che andrà tutto bene.
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Ma Janine è stanca. Stanca di essere tenuta sempre all’oscuro di tutto e che la suo opinione non venga mai presa in considerazione. Nonostante l’ancella ne abbia passate tante non si è mai arresa, nonostante sia un pochino fuori di testa non è certamente una stupida.
Proprio per questo motivo Janine dimostra in Milk di non essere solo una spalla della protagonista e che non è la persona che ha sempre bisogno di essere protetta. E’ esattamente in grado di proteggere June, è in grado di sacrificarsi per il bene della squadra.
E per questo, decide di compiere quell’atto con Steven il capo della resistenza.
Steven è la resistenza ma non è May Day. Credo che lui non abbia la minima idea di come sia la vita per le donne all’interno di Gilead, tant’è che le definisce semplicemente schiave del sesso, dal suo punto di vista pensa perché non approfittarne?
Un comportamento viscido e schifoso, che aiuta però a illustrare al pubblico la forza del personaggio interpretato da Madeline Brewer.
Janine ha smesso di dare valore al sesso e a tutto quello che gira intorno ad esso, per lei non è più qualcosa di intimo mentre June non è riuscita ad arrivare a tanto perchè quando è troppo è troppo. Tuttavia Janine non ha mai smesso di dare valore alla vita e di cercare un minimo di normalità e gioia, anche nelle piccole cose.
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L’abbiamo detto e ridetto e ho come l’impressione che continueremo a dirlo June vuole combattere a tutti i costi, il suo unico scopo al momento è quello di distruggere Gilead. IL tutto potrebbe avere un senso logico se non fosse per il fatto che nessuna delle sue azioni è ponderata.
Non ha un piano preciso e agisce solo d’istinto. In aggiunta non vuole neppure rendersene conto. Si perchè quando Janine prova a farla ragionare in tutta risposta il capo delle ancelle l’aggredisce verbalmente.
well done June well done, il premio dell’antieroina è ancora tutto tuo.