Recensione di The Substance, il nuovo inquietante film di Coralie Fargeat con protagoniste Demi Moore e Margaret Qualley
Uscirà in anteprima in alcuni cinema selezionati il 18 Ottobre, prima di arrivare nelle principali sale cinematografiche italiane dal prossimo 30 Ottobre The Substance, il nuovo inquietante film di Coralie Fargeat con protagoniste Demi Moore e Margaret Qualley.
The Substance: La Recensione
Dopo Revenge del 2017, la regista e sceneggiatrice francese Coralie Fargeat debutta per la prima volta alla regia di un film inglese con The Substance, la sconcertante e lugubre metafora del cambiamento che avviene con il tempo che passa. E’ una denuncia all’idealizzazione e la demonizzazione del corpo delle donne, dato dalla cultura misogina che insegna alle donne ad odiare loro stesse man mano che i segni del tempo cominciano a manifestarsi.
I cambiamenti dati dal tempo che passa sono inevitabili certo, ma mentre nell’uomo questi cambiamenti sono sinonimo di saggezza ed esperienza, nella donna è solamente causa di disinteresse.
La protagonista Elisabeth Sparkle (interpretata straordinariamente da Demi Moore), è una ex icona del cinema divenuta star televisiva di aerobica in stile Jane Fonda che nel compiere 50 anni scopre che il suo fisico, il suo stile e la sua età, non stanno più al passo con i tempi.
Ed ecco che, come recita la sinossi, le viene promesso l’elisir di giovinezza.
“Hai mai sognato una versione migliore di te? Sei sempre tu. Semplicemente, migliore, in ogni senso. Davvero. Devi provare questo prodotto rivoluzionario. Si chiama “The Substance”. Ti cambia la vita. Genera una nuova versione di te. Una versione più giovane, più bella, una versione perfetta. C’è solo una regola: vi dovete dividere il tempo. Una settimana sta alla vecchia versione di te. Quella dopo sta alla nuova. Sette giorni a testa. Un equilibrio perfetto. Facile, no? Se rispetti l’equilibrio… cosa può andare storto?”
E’ risaputo però, che quando il diavolo ti accarezza vuole l’anima.
La superficialità
Il film in molti momenti è volutamente superficiale, tanto quanto la sua protagonista, perché se l’apparenza e la giovinezza imbevuta di sesso è quello che il pubblico vuole, allora sarà quello che il pubblico riceverà.
Il tutto avviene senza mai porsi certe domande:
- da dove viene questa sostanza?
- da cosa è composta questa sostanza?
- chi c’è dietro la sostanza?
- cosa succede se non vengono rispettate le consegne?
- fino a quanto si può andare avanti con questo sistema?
La stessa Elisabeth non si pone mai queste domande, perché l’importante è solamente che funzioni. E’ un po’ la metafora di tutti quelli che, al giorno d’oggi continuano ad iniettarsi tossine nel volto sperando di fermare un processo inevitabile.
Non solo, Elisabeth non si preoccupa neppure quando osserva le conseguenze che le sue negligenze (il suo rifiutarsi di attenersi alle regole) hanno avuto e continuano ad avere sul suo corpo.
Soprattutto il non essere in grado di fermarsi è un punto cardine del film, mettendo in luce tutte quelle persone che magari attraverso l’utilizzo della chirurgia plastica, all’inizio cercano un miglioramento, ma poi inevitabilmente, il non sapersi accettare prende il sopravvento, così operazione su operazione, cambiamento su cambiamento diventa in tutto e per tutto una dipendenza cosicché:
L’ossessione alla ricerca della perfezione genera mostri
Ma non è solamente un senso di vuoto, solitudine o rivalsa, che spinge Elisabeth a compiere determinate scelte. Alla base il personaggio interpretato da Demi Moore prova un odio profondo verso sé stessa.
Questo odio verso sé stessa viene mostrato in un paio di occasioni, da quando non riesce ad uscire di casa per andare ad un appuntamento adottando un comportamento ossessivo compulsivo verso il suo volto sino a culminare in una delle scene finali, dove possiamo osservare una violenza feroce, incontenibile, quasi primordiale, un Dorian Grey che si scaglia contro il suo quadro.
Anche il resto del cast sono una rappresentazione della superficialità. Dennis Quaid, nei panni del capo del canale televisivo Harvey (non viene rivelato neppure il suo cognome) è un personaggio ridicolamente caricaturale, che con tutta la sua misoginia, rappresenta tutto quel che di cattivo c’è nell’uomo bianco americano di mezza età generando uno strano senso di riluttanza nei suoi confronti.
Sue è la controparte perfetta di Elisabeth, Margaret Qualley dimostra che tutta l’esperienza maturata nei film di Lanthimos ha dato finalmente i suoi frutti, facendo un egregio lavoro e regalando al pubblico un’ottima performance nel rappresentare la “versione più giovane e migliorata” di Elisabeth Sparkles.
Coralie Fargeat, dirige questo horror utilizzando un approccio esagerato, portando all’estremo ogni situazione, frenetico con alcune scene che ricordano molto lo stile di Baz Luhrmann, ma anche quei film pulp thriller degli anni ’90 come Sin city e Machete.
La nascita di Sue dal corpo di Elisabeth non è soltanto fantascienza. E’ una scena anelata, intenzionalmente lunga. Fargeat si prende tutto il tempo necessario per mostrarti l’orrore, la sofferenza data dalla lacerazione e che impressiona un po’, come una metamorfosi Kafkiana.
Anche la fotografia e la scenografia in The Substance sono a dir poco superlative. Benjamin Kracun e Stanislas Reydellet sono il connubio perfetto. Gli schemi di colori audaci e vivaci, talvolta glitterati e patinati sulle scene di Sue che rappresenta il sogno onirico, la fantasia e l’emblema del sesso si sposano con uno studio televisivo su cui appare la mega scritta sgargiante Pump it Up mentre le scene di Elisabeth vengono rappresentate con con colori cupi, ombreggiati e tristi caratterizzati da uno studio di registrazione stile anni ’80 calcando la mano sulla questione “datata”.
Persino la neutralità del bagno con la scelta appunto del colore bianco, si scontra e si sposa allo stesso tempo, con le piastrelle quadrate bianche stile anni’70. Il risultato è straordinario.
Conclusione
In conclusione The Substance sebbene sia un film che contiene all’interno alcune scene horror, è un film che colloca principalmente il suo orrore nella paura stessa delle donne, paura di non essere all’altezza, paura di non piacere più agli altri, paura di invecchiare e venir dimenticate.
Che la ricerca dell’eterna giovinezza e bellezza sia alla base di molte opere sia in ambito letterario ne sono un chiaro esempio Il ritratto di Dorian Gray, Endimione e Selene, Faust, che cinematografico Adaline – L’eterna giovinezza, La Morte ti fa Bella, ecco paradossalmente The Substance per certi versi sembrerebbe anche una caricatura grottesca di Biancaneve, questa volta senza senza i nani dove Demi Moore è la sia la regina cattiva sia la vecchietta rugosa ma, allo stesso tempo, è anche Biancaneve stessa.
THE SUBSTANCE, sarà nei cinema con anteprime dal 18 ottobre e dal 30 ottobre in sala con I Wonder Pictures
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