Ripley recensione

La nostra recensione in anteprima di Ripley, la miniserie Netflix con protagonista Andrew Scott che ancora una volta si immerge nella mente contorta di un narcisista

Il 4 Aprile, sulla piattaforma Netflix, è disponibile la nuova miniserie ‘Ripley’ tratta dai bestseller di Patricia Highsmith. Nel cast l’attore del momento Andrew Scott con Dakota Fanning, Johnny Flynn, Margherita Buy, Maurizio Lombardi e John Malkovich. Noi di Bingy News abbiamo visto gli episodi in anteprima ed ecco cosa ne pensiamo della nuova miniserie ‘Ripley’.

Ripley – Recensione: Bentornata vecchia Netflix

Ripley recensione
RIPLEY Cr. Courtesy of Netflix © 2024

Ben prima delle serie tv spagnole assordanti e scritte male e ancor prima dei film turchi melensi e scritti anche peggio dei primi, la piattaforma Netflix ha conquistato una fetta del suo pubblico con prodotti di qualità, che si contraddistinguevano per affascinanti narrazioni, regie impeccabili e intrattenimento inarrestabile. Negli ultimi anni la tendenza è cambiata molto, tanto che trovare una serie o un film da vedere è diventato un vero calvario per ogni abbonato. Ma forse, oggi, la musica è cambiata grazie proprio all’ultima miniserie, ‘Ripley’, rilasciata il 4 aprile proprio sulla piattaforma “tu dum”.

La miniserie in otto episodi, tratta dai bestseller di Patricia Highsmith, sembra richiamare la bella vecchia Netflix proprio per via della sua eccellente scrittura, ottima interpretazione e impeccabile regia. Ma andiamo con ordine. ‘Ripley’ racconta la storia di Thomas Ripley, già conosciuto al cinema grazie al film del 1999 diretto del compianto Anthony Minghella, con le interpretazioni di Matt Damon e Jude Law (e Fiorello!). Il personaggio è un truffatore che cerca di sopravvivere nella New York dei primi anni ’60, assunto da un uomo ricco per recarsi in Italia e cercare di convincere il figlio girovago a tornare a casa. Accettando l’incarico Tom entra in una complessa realtà fatta di inganni, truffe e omicidi.

Ripley – Recensione: Nella mente di Tom Ripley

Ripley recensione
RIPLEY. Cr. Courtesy of Netflix © 2024

La miniserie Netflix si immerge nella mente contorta e malata del suo protagonista. Tom è un uomo narcisista, che trae vantaggio dal prossimo e che non riesce ad accettare il suo essere queer. La parola fallimento non fa parte del suo vocabolario ed è uno dei motivi per cui preferisce mettere fine alla vita di Dickie, il giovane che doveva cercare per conto del padre e che scatena in Tom dei sentimenti contrastanti, per impossessarsi della sua esistenza. Di base c’è una sceneggiatura forte con dialoghi articolati e ben scritti che non aspetta altro che essere sviluppata ma non nel modo tradizionale.

‘Ripley’ analizza la psicologia di Tom associandola ad immagini geometriche e percorsi fitti come labirinti. Nel corso della visione non ci si chiede perché egli agisca in questo modo ma come andrà avanti nella sua truffa, tutto grazie alla descrizione minuziosa e attenta di ogni mossa che Tom compie, anche la meno importante dal punto di vista della narrazione. Sorprendentemente, nonostante alcune scene possano subire il peso del minutaggio, non si viene assaliti dalla noia più totale ma di va avanti inperterriti.

Merito soprattutto del regista e creatore Steven Zaillan (Premio Oscar per la sceneggiatura di ‘Shindler’s List‘) che presenta un noir perfetto per gli amanti del genere, strizzando l’occhio ai thriller di metà 900. Grazie al bianco e nero, cosi come ad una fotografia fatta di luci ed ombre taglienti (come i quadri di Caravaggio amati da Tom Ripley) la miniserie assume un tono abbastanza incessante scandito dai rumori ambientali molto presenti nelle lunghe scene descrittive. È chiaro che Zaillan si sia divertito a creare immagini seducenti, che potessero creare una connessione sinistra con un personaggio senza morale.

Ripley – Recensione: Andrew Scott magnetico

Altro punto a favore di ‘Ripley’ è sicuramente il suo interprete Andrew Scott, uno degli attori più amati dell’ultimo periodo. Il talento di Scott è innegabile ma la sua predilezione per i personaggi disturbati (chi non ricorda il suo iconico Moriarty nella serie tv ‘Sherlock’) lo fa salire sul gradino più alto del podio. L’attore irlandese riesce con grande naturalezza e sapiente maestria a dare vita a Tom Ripley, non eccedendo in nulla se non nella sua capacità di recitare in un italiano quasi perfetto. La miniserie si lascia guardare anche per merito del magnetismo che genera Andrew Scott nello spettatore, creando una sorta di fascino in una sceneggiatura la cui sensualità non è per niente contemplata.

Ripley – Recensione: Il cast

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RIPLEY. Cr. Philippe Antonello/Netflix © 2023

Andrew Scott, però, non è il solo talento di ‘Ripley’. Steven Zaillan ha potuto contare su un cast internazionale di tutto rispetto, come gli attori Dakota Fanning interprete di Marge Sherwood e Johnny Flynn di Dickie Greenleaf. Durante gli episodi troviamo gli italiani Maurizio Lombardi, interprete dell’Ispettore Ravini e Margherita Buy, padrona di casa romana di Ripley. Piccolo ruolo anche per John Malkovich che però non lascia alcun segno.

Ultimo punto a favore di ‘Ripley’ è sicuramente l’Italia. I panorami mozzafiato di Atrani, le piccole strade popolari di Napoli cosi come le celebri piazze di Roma fanno da contorno ad una storia che ha bisogno di implementare la propria personalità. Sicuramente le ambientazioni da Dolce Vita saranno apprezzate dal pubblico americano cosi come sono state apprezzate dai protagonisti di ‘Ripley’.

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Di Valentina Turci

Nata e cresciuta a pane e serie tv. La sua carriera nell'informazione inizia nel 2013 muovendo i primi passi nei magazine locali, per poi specializzarsi nel settore dell'intrattenimento.

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