Ecco la recensione del quarto episodio di The Handmaid’s Tale 5 dal titolo “Dear OfFred” (Cara DiFred)
Dopo il terzo episodio di The Handmaid’s Tale 5 (qui la recensione) sulla piattaforma streaming Hulu, e in Italia su TimVision, questa settimana è arrivato il quarto episodio dal titolo “Dear OfFred” (Cara DiFred). Ecco la recensione.
Inizio subito col dire che ho impiegato molto tempo prima di riuscire a buttar giù questa recensione, ero molto tentata di lasciar perdere ma poi mi son detta no non lo trovo giusto, anche se il quarto episodio di The Handmaid’s Tale 5 è pieno di contraddizioni e nonsense, (Tuello in primis) bisogna comunque recensirlo.
La sparizione dei Flashback
Uno dei punti focali di questa serie è sempre stato il modo in cui veniva raccontata. I flashback, quelli che mostravano la vita passata dei personaggi prima dell’avvento di Gilead erano una parte molto importante del filone narrativo, parte che ad oggi è stata del tutto abbandonata. Siamo alla quinta stagione e ancora non sappiamo nulla di Rita, uno dei personaggi principali della serie, le uniche cose che conosciamo è che Rita aveva una macchina e un figlio maschio morto durante la guerra. Ancora oggi non abbiamo idea di come o perchè sia diventata una Martha.
Ora il problema dei nuovi episodi di The Handmaid’s Tale 5 non è solamente l’aver portato la narrazione della storia ad un punto unicamente lineare, ma anche l’impoverimento della narrazione dei personaggi.
Ormai il tutto è prontato solo su un fronte e mezzo: Serena contro June e qualche scena (ecco il perchè del mezzo fronte) che si svolge all’interno del regime totalitario di Gilead.
Noi per The Handmaid’s Tale vogliamo di più molto di più!!!
Serena a che gioco stai giocando?
Rivedendo il quarto episodio di The Handmaid’s Tale 5 mi sono fermata a riflettere molto sul personaggio di Serena proprio in questo episodio. La conosciamo da anni, abbiamo assistito alle sue frustrazioni, ai suoi attacchi d’ira e soprattutto alle sue ambizioni.
Quello che trovo parecchio contraddittorio però è il come sta affrontando tutto questo mentre è in dolce attesa. Io posso comprendere che Serena voglia mostrare la sua forza, vuole essere colei che non si fa intimidire ma che intimidisce, però queste continue provocazioni mentre stai aspettando un figlio io davvero non le comprendo.
Non le comprendo in quanto Serena è la stessa persona che ha contribuito alla creazione di una dittatura per diventare madre, ha tradito suo marito consegnandolo e consegnandosi al Canada solo per riuscire a passare qualche istante con la piccola Nichole, e adesso che non solo sta per diventare madre ma lo sta facendo in maniera naturale (senza l’uso di ancelle) che fa? Stuzzica la donna che ha massacrato il corpo di suo marito e non contenta stuzzica pure il marito di questa donna.
Sereeeeeeeeena lo so che per anni ti ho chiamato #NeverAJoy (mai una gioia) però adesso stai esagerando.
Le Invasate canadesi
Il quarto episodio di The Handmaid’s Tale 5 è importante però perchè introduce uno dei personaggi chiave di questa nuova stagione: MRS Wheeler. Donna canadese benestante che ammira davvero Serena per tutto quello che quest’ultima è riuscita a realizzare e che sarà una forza trainante nell’ascesa di Gilead a Toronto.
The Handmaid’s Tale 5: Genevieve Angelson racconta la sua signora Wheeler
Se vi ricordate la settimana scorsa avevo proprio affrontato il tema delle invasate canadesi fan di Gilead, ricordandovi che il crollo delle nascite è sempre stato un problema serissimo all’interno del mondo distopico di The Handmaid’s Tale, da prima di Gilead quando si è visto donne impazzire per aver partorito un feto privo di vita o anche dopo Gilead, quando l’ambasciatrice della delegazione Messicana Castillo rivelò a June che in Messico non nasceva un bambino da ben 5 anni.
Ancora una volta non stupisce la devozione che hanno queste persone verso una nazione dove i bambini continuano a nascere.
Lo sapete che al giorno oggi una donna su quattro ha avuto un aborto? E non mi riferisco alle interruzioni volontarie di gravidanza ma a quelle inaspettate, quelle che pensavi non potessero mai accadere a te e che purtroppo succedono. Una donna su quattro soffre in silenzio e non ne parla, non lo racconta, una donna su quattro nel 2022 e lasciatemelo dire io sono una di quelle donne su quattro e forse, facendo un mea culpa è proprio per questo che il mio astio verso Serena nell’ultimo episodio è aumentato esponenzialmente.
Detto ciò bisogna sempre tener presente che con gran fatica e grazie alle donne prima di noi che hanno lottato, ad oggi possiamo vantare dei diritti, dal voto (si una volta anche in Italia le donne contavano meno di zero e non avevano diritto al voto), al lavoro (anni fa era considerato vergognoso che una donna lavorasse, in quanto secondo loro, il lavorare avrebbe influenzato la crescita dei figli considerati totalmente trascurati) e più importante di tutti il diritto di scegliere in caso di gravidanza. Non è l’aborto ad essere un diritto ma la scelta di poterlo fare e quindi il diritto di SCEGLIERE.